I dati diffusi da Intesa Sanpaolo sulla spesa delle famiglie confermano il quadro drammatico sul disagio degli italiani, che purtroppo già conosciamo. L’elemento che continua a destare fortissima preoccupazione è il pesante calo dei consumi nel settore alimentare, che secondo i nostri dati si è attestato nel 2011 a ben oltre il -4,8%. Tale contrazione, complessivamente, ammonta a -6,3 miliardi di Euro nel mercato, pari ad una minor spesa di 264 Euro annui a famiglia, che certifica il malessere delle famiglie. Come denunciamo da tempo, si tratta di una situazione gravissima: quando la crisi arriva ad intaccare persino i consumi alimentari vuol dire che il potere di acquisto delle famiglie ha raggiunto livelli davvero allarmanti. A peggiorare la situazione è il continuo l’aumento dei prezzi, anche sulla spinta dell’incredibile rincaro dei carburanti, che anche oggi hanno toccato nuovi record. Di fronte ad uno scenario simile è quanto mai urgente intervenire per rilanciare i consumi delle famiglie e per avviare una ripresa dell’economia. In quest’ottica appare sempre più assurdo e controproducente anche solo immaginare di aumentare ulteriormente l’IVA (dal 21 al 23% e dal 10 al 12%). Un’operazione simile avrebbe effetti disastrosi sui consumi e sull’intera economia.
Piuttosto che per affossarla ulteriormente è indispensabile agire in direzione di un rilancio dell’economia, basato su investimenti per la ricerca e l’innovazione. Le risorse necessarie per tali misure dovranno essere reperite attraverso il recupero dell’evasione fiscale, una maggiore tassazione su rendite finanziarie e grandi patrimoni.
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