venerdì 21 ottobre 2011

II Rapporto sui costi degli Atenei italiani - laurea triennale. Lo studente fuori sede.

Introduzione
Mandare un figlio all’università resta un investimento costoso per le famiglie. Da sempre un impegno quasi insostenibile per i redditi bassi, in tempi più recenti è diventato decisamente gravoso anche per quelli medi. Si tratta di un fenomeno non solo italiano ma comune a tutti i paesi sviluppati, che registrano da oltre un decennio una velocità di crescita dei costi per l’istruzione universitaria doppia di quella dell’inflazione. 
1. Come si vedrà dalla ricerca, in Italia questa tipologia di costi cresce con una velocità da 3 a 4 volte quella dell’inflazione. A tutto ciò si aggiunga che il “ritorno di investimento”, pur restando ancora migliore rispetto a livelli minori di istruzione, negli ultimi anni ha assunto un andamento decrescente che inevitabilmente induce le famiglie ad effettuare calcoli molto scrupolosi, prima di sostenere un figlio/a nelle sue fatiche universitarie. Va da sé che questi costi divengono ancor più alti se si è uno dei ca 450.000 studenti fuori sede (elaborazione su dati ANCI e MIUR ), che in Italia vivono in una provincia, regione o vengono da una nazione ( ma è solo il 2%) diversa da quella in cui hanno sede gli studi. Si tratta di un fenomeno rilevante se commisurato ai ca 1,8 milioni di studenti attualmente iscritti alle Università italiane ( dati MIUR 2010 )che ha richiamato l’attenzione della Federconsumatori con il primo Rapporto Nazionale apparso sul sito nel settembre 2010. Quello che troverete di seguito è la continuazione di quello studio e della prima parte del II Rapporto Nazionale sui costi degli Atenei italiani 2011, relativa ai costi di iscrizione alle Lauree Triennali, che è disponibile sul nostro sito http://www.federconsumatori.it/ . Questa seconda parte cerca invece di valutare i costi complessivi che si devono affrontare nel sostenere un figlio/a che studia lontano da casa e ci auguriamo possa servire di orientamento sia alle famiglie che a quanti, come la Federconsumatori, intendono tutelare potere e qualità di
spesa in una materia così delicata come il Diritto alla Studio ormai sempre più minacciato dalla crisi e dalle crescenti diseguaglianze sociali.


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Costo di uno studente in sede
Dalle spese per il mantenimento di uno studente fuori sede è stimabile anche il costo per coloro che studiano in un Ateneo con sede identica a quella di residenza. In questo caso la spesa si riduce notevolmente: in media per uno studente “in sede” il cui reddito familiare rientra in II fascia si spendono 1.327,82 €., e 1.678,45 per la III fascia, ovvero dai 7.000 agli 8.000 € in più rispetto al costo di uno studente fuori sede.

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Confronto con il 2010
Studente fuori sede 
Rispetto al 2010, per uno studente fuori sede, si registra un aumento dei costi del 9% e del 12% (rispettivamente per chi affitta una stanza singola e una doppia).
Ad aumentare maggiormente, quindi, sono le spese per gli studenti residenti in camera doppia, vale a dire la modalità prescelta soprattutto da chi vuole risparmiare. Come appare dalla tabella, i costi crescono maggiormente al Centro e al Nord e solo in misura minore al Sud.


Studente in sede
Per quanto riguarda gli studenti in sede, che quindi risiedono ancora con i genitori, gli aumenti (relativi a tasse universitarie, costi per il trasporto urbano e per i testi/materiale) sono in media del 17% per chi appartiene alla II fascia di reddito e del 14% per chi è in III fascia.







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LIBRI ( e materiale didattico in generale)
In assoluto è la stima di spesa più difficile da calcolare in quanto le variabili che fanno salire o scendere questa voce provocano un elevato scostamento rispetto ai valori medi. Queste variabili sono essenzialmente tre :
• Il tipo di facoltà. Se a Scienza della Comunicazione il prezzo medio di un libro nuovo è di circa 25 euro ( ed è lo stesso a Milano-Roma e Napoli) i prezzi dei testi universitari a medicina possono variare tra i 150 e i 400 euro. In posizione intermedia si può considerare la Facoltà di Giurisprudenza con un costo medio sui 45 euro/libro, cui vanno aggiunti altri 20 euro a corso per i codici.
• Il numero di corsi che si seguono ogni anno ( 6 in questo studio) e il numero di testi necessari a sostenere gli esami in ogni corso ( 4 in questo studio)
• il fenomeno delle fotocopie dei testi e/o delle dispense. Anche se molto spesso contro le norme sulla proprietà intellettuale, pur di risparmiare sui costosissimi testi universitari, gli studenti ricorrono alle fotocopie. Come segnalato in diversi studi, ca i 3⁄4 degli studenti dichiara di fotocopiare libri, ottenendo un risparmio notevole. Se un libro di 250 pagine in libreria costa 25 euro, in copisteria costa tra i 9 e 12 euro e un manuale di fisiopatologia che costa 340 euro nuovo può essere fotocopiato a soli 35 euro. A questo proposito occorre però aggiungere che non tutti i libri sono fotocopiabili o per l’importanza delle iconografie ( come anatomia..) o per il tipo di carta. La ricerca ha anche considerato tra i costi per materiale didattico quello per un PC/laptop/notebook del costo di € 700, con una vita media di 4 anni. ( stima conservativa) ovvero un costo medio annuo di € 175.
Per queste ragioni l’unico modo per stimare ragionevolmente il costo annuo medio in libri e materiale didattico che lo studente universitario deve sostenere è quello di utilizzare quanto emerge dai blog sull’argomento e quanto emerge da studi analoghi condotti in altri paesi europei o in USA 3. Tanto premesso si può stimare quindi stimare in ca. 125 euro la spesa in libri e materiale che lo studente deve sostenere per ogni corso ovvero -secondo le ipotesi assunte - ca 750 euro/anno il costo totale per sostenere 6 esami. Supponendo un abbattimento del 40% grazie a fotocopie,prestiti,biblioteca etc.. il valore annuo identificato da questo studio è di 450+175 = 625 € senza apprezzabili differenze tra le macroregioni.




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Costi per il rientro a casa per gli studenti fuori sede
La ricerca ha considerato una media di 1 rientro /mese per un costo di € 40 reiterati per 10 mesi all’anno per un costo totale di € 400 Va tenuto presente che molto frequentemente lo studente fuorisede a questa spesa deve sommare anche quella dei trasporti pubblici locali. Per questa ragione nella ricerca le due voci verranno sommate.


AFFITTI

Affitto stanze singole e doppie
Il calcolo medio dei costi di affitto per stanze singole o doppie merita una precisazione per spiegare i maggiori valori medi riscontrati nel Centro rispetto al Nord già riscontrati nella precedente ricerca. La ragione è piuttosto semplice ed emerge dalla lettura dei dati in allegato; le 3 città del Centro prescelte per l’indagine (Roma, Bologna e Firenze) presentano non solo costi elevati ma anche una minor dispersione attorno alla media rispetto alle città del Nord. Con l’eccezione di Milano, che resta in assoluto la città più cara d’Italia, le restanti città universitarie (Torino, Pavia, Verona e Padova) presentano costi di affitto minori che finiscono per abbassare i valori medi.


SPESE

Spesa alimentare, per la casa e la socialità 

In assenza di ricerche in questo campo o quasi 4 i valori medi presentati nella ricerca sono stati desunti dalla lettura dei blog sul tema e sono da considerare sempre di tipo indicativo. Anche per questa voce di costo si registra infatti una elevata varianza non solo tra macroregioni ma anche di comportamenti individuali. Si va da chi può usufruire della mensa universitaria due volte al giorno ( se studente fuorisede con borsa di studio) a chi cucina sempre in casa da solo o con altri/e, a chi invece si concede più spesso pranzo o cena fuori
casa.

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