venerdì 22 luglio 2011

MANOVRA: LE RICADUTE PER I CITTADINI NON METTANO IN OMBRA L'INCESSANTE AUMENTO DI PREZZI E TARIFFE.

Il nostro severo giudizio su questa manovra iniqua e sbagliata lo abbiamo già dato. Quel che è peggio è che le impressionanti ricadute della manovra mettono pericolosamente in ombra altre questioni che contribuiscono ad abbattere il potere di acquisto delle famiglie: vale a dire l’incessante aumento di prezzi e tariffe nel nostro Paese. A tale proposito di seguito, nella tabella 1, aggiorniamo le previsioni dell’O.N.F. relative alla stangata per il 2011, che si fa sempre più grave, e che crescerà ulteriormente con l’aggiunta dei costi per i prodotti scolastici (libri e corredo).
 
Tabella 1
 
AUMENTI 2011                                                          Euro annui                 
ALIMENTAZIONE (+ 5-6%)                                           367 euro
TRENI (ANCHE PENDOLARI) E                                    122 euro
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE (+25-30%)                 41 euro
SERVIZI BANCARI + MUTUI                                          98 euro
CARBURANTI (SENZA AUMENTO ACCISE)                  240 euro                           
DERIVATI DEL PETROLIO,
DETERSIVI , PLASTICHE                                              87 euro
E PRODOTTI PER LA CASA
 
ASSICURAZIONE AUTO (+10-12%)                              105 euro
TARIFFE AUTOSTRADALI (+2%)                                   37 euro                              
TARIFFE GAS (+7-8%)                                                 106 euro
TARIFFE ELETTRICITA’ (+ 4-5%)                                   19 euro              
TARIFFE ACQUA (+ 5-6%)                                            21 euro
TARIFFE RIFIUTI (+ 7-8%)                                             38 euro
RISCALDAMENTO                                                       180 euro  
TOT.                                                                        1461 euro                        
 
 
In aggiunta a ciò ecco, nella tabella 2, una stima delle ricadute che la manovra economica comporterà.
 
 
Tab. 2 - Stima incidenza della manovra su 24 mln di famiglie italiane.
 
MANOVRA
INCREMENTO COSTI PER FAMIGLIA
IN EURO/ANNO AL TERMINE DEL QUADRIENNIO 2011-2014
 
Sanità
 
7,5 Md
(a cui vanno sommati altri 4,5 Md dei tagli precedenti)
 
315 
 
Enti Locali
 
9,6 MD (3/4 su famiglie)
 
296
 
Pensioni
 
2,7 miliardi
mancata indicizzazione al 2013-2014
 
102
 
Benzina 
 
solo aumento accise di 5 c/litro costi diretti
 
60
 
Imposta di bollo
 
8 MD
sui 22 milioni di deposito titoli
 
333
 
Totale
 
 
1106
 
 
 
Detrazioni familiari
Deduzioni contributi previdenziali Detrazioni sanitarie
 
16 MD
(pari ai 2/3 dei tagli complessivi e riferiti alle famiglie e non alle imprese)
 
666
 
 
Totale manovra
 
 
1772
 
La convergenza di questi due fattori (manovra + aumento di prezzi e tariffe) comporta una drastica riduzione del potere di acquisto, che, per di più, si inserisce in una situazione di forte contrazione dei consumi. Alla luce di queste ricadute, infatti, si può profilare un crollo dei consumi del -7 / -8%.
“Tutto ciò è estremamente grave ed imporrebbe una radicale modifica della manovra per una maggiore equità e, nello stesso tempo, per impedire un’ulteriore contrazione del mercato che produrrebbe effetti molto negativi sulla produzione industriale e dei servizi nel nostro Paese, con conseguenze del tutto immaginabili.” – affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo abbiamo avanzato delle proposte alternative necessarie, a nostro parere, per risanare e rilanciare nel contempo l’economia del nostro Paese:
-      Tassa sulle transazioni finanziarie,
-      Aumento tassa su rendite finanziarie (eccetto titoli di stato) a media europea del 20%,
-      Più determinata lotta all’evasione fiscale,
-      Tassa sui patrimoni sopra 2 milioni di Euro,
-      Tagli ai costi della politica, principalmente su:
o   abolizione Province,
o   accorpamento piccoli comuni,
o   taglio agli stipendi dei manager pubblici, portandoli ad un livello identico a quello dei redditi dei parlamentari, a loro volta collocati su media europea,
o   vendita di parte delle riserve auree, al fine di avviare investimenti e/o abbassare il debito pubblico (la vendita dell’oro serve inoltre a calmierarne il prezzo e diminuire la propensione all’acquisto che,nei fatti, blocca risorse per investimenti produttivi).

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