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Il concorso di bellezza, esoticamente chiamato, “Beauty Contest” è uno strumento ideato dal Ministro, del Governo Berlusconi, Romani con il quale si vuole pervenire alla ripartizione delle frequenze a coloro che le possono utilizzarle, assegnando alle risorse stesse il più alto valore dal punto di vista economico e finanziario. Come si è detto, il Governo Berlusconi con evidente e macroscopico conflitto di interessi, tramite il Ministro Romani ha deciso, non già di procedere a una normale e regolare asta competitiva delle frequenze ma, di procedere alla aggiudicazione tramite il suddetto Beauty Contest. Tale metodo contribuisce letteralmente a regalare le frequenze in base a certi parametri richiesti dal Ministro dello sviluppo che appaiono esattamente confezionati per la Tv Pubblica e Mediaset e che consentiranno ad ambedue di risparmiare, secondo le stime, quasi 4 miliardi di euro, con grave danno erariale. Appare singolare che persone di grande competenza in ambito Antitrust europeo e nazionale, come il Presidente Mario Monti e il Sottosegretario Catricalà, non si rendano conto della gravità della situazione in quanto tale procedura è in contrasto con i principi stessi dell’Antitrust nazionale ed europeo con criteri di evidente irragionevolezza in quanto in una situazione drammatica come quella attuale non si può chiedere ai cittadini di sopportare gravi sacrifici mentre la “ foresta pietrificata” del mondo televisivo , pubblico e privato, rimane indenne. Federconsumatori ed Adusbef, tramite il Prof. Avv. Massimo Cerniglia, che già all’inizio degli anni 2000 ha ottenuto, in difesa del pluralismo televisivo, la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge Maccanico, intende reagire energicamente e si riserva di impugnare avanti tutte le competenti autorità nazionali e comunitarie provvedimenti che, eufemisticamente chiamati Beauty Contest, contribuiranno a regalare 4 miliardi di euro agli oligopoli televisivi.
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