Gli stipendi italiani sono tra i più bassi in Europa. Peggio di noi solo Malta, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Dei dati allarmanti quelli che provengono dalla ricerca Eurostat, che mette in luce, ancora una volta, la necessità e l’urgenza di politiche di rilancio della domanda di mercato, come chiediamo da tempo. Detassazione dei redditi fissi, lavoratori e pensionati, e rilancio dell’economia, attraverso una ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e per la ricerca. Sono queste le basi su cui fondare la ripresa del nostro Paese. Anche perché, quello degli stipendi più bassi non è l’unico triste primato con cui gli italiani devono fare i conti: infatti, al basso potere di acquisto, si accompagnano anche i costi più elevati in Europa per quanto riguarda il comparto energetico in particolar modo il riscaldamento. Il riscaldamento di un appartamento di 85 metri quadri (consumo medio annuo di 1200 litri) in Italia, con i prezzi attuali, costerà alle famiglie 1719,60 Euro annui:
· 565 Euro in più rispetto alla Francia,
· 648 Euro in più rispetto alla Germania,
· 691 Euro in più rispetto all’Inghilterra,
· 576 Euro in più rispetto alla media europea.
Una intollerabile disparità, che richiede interventi immediati per eliminare il differenziale con il resto d’Europa, a partire proprio da un riequilibrio della tassazione.
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