L'avvocato Giuseppe Grauso in collaborazione con la Federconsumatori ha promosso questa azione giudiziaria insieme ad un Comune dell’Ambito Territoriale Ottimale e ai comitati per la difesa dell’acqua pubblica (Rete Civica ATO 3) che si sono attivati per contrastare l’aumento tariffario.
Ripercorrendo quanto previsto dalla normativa abbiamo potuto riscontrare che l’aumento delle tariffe deliberato dall’assemblea dei sindaci non aveva seguito il percorso previsto dalla disciplina vigente, e che, anzi, andava a violare più o meno apertamente tutta una serie di disposizioni limitative a garanzia dei consumatori utenti.
Il fulcro del ricorso, tuttavia, si è incentrato sul fatto che l’aumento tariffario è stato disposto al solo fine di evitare l’accumularsi di ulteriori debiti per il gestore GORI (“mancati ricavi”) la cui situazione finanziaria era e rimane alquanto precaria.
Ulteriore punto rilevante del ricorso è rappresentato dalla contestazione della remunerazione del capitale investito quale voce di costo da inserire all’interno dei costi in tariffa. Infatti, in seguito all’esito referendario sarebbe stato opportuno che le autorità d’ambito avessero provveduto a stornare tale voce di costo che non può più gravare sulle spalle dei cittadini.
E’ opinione diffusa che le autorità d’ambito e i loro gestori stiano tentando di porre nel nulla i referendum, sia per ciò che riguarda il primo quesito (gestione pubblica), sia per ciò che riguarda il secondo quesito referendario (abolizione della remunerazione del capitale investito).
Al fine di contrastare tale sciagurato disegno, siamo lieti di mettere a disposizione del nazionale e delle altre articolazioni territoriali la nostra esperienza giudiziaria.
L’udienza di merito del ricorso è fissata per il 4.4.2012.
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