Sempre più gravi i dati diffusi dall’Istat sulla fiducia dei consumatori, che si attesta ai livelli minimi dal 1996, ovvero da quando è iniziata la rilevazione di questo dato e sul divario tra livello delle retribuzioni e crescita dei prezzi. I redditi delle famiglie, secondo quanto rilevato da un’indagine di Bankitalia, risultano inferiori addirittura a quelli del 1991. Il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso è diminuito del -1,9% secondo i dati odierni dell’Istat. Questo significa, per una famiglia media monoreddito che percepisce un reddito 1.500 Euro al mese una diminuzione del potere di acquisto pari a 342 Euro l’anno, mentre nel caso il reddito percepito sia di 2.000 Euro al mese la diminuzione del potere di acquisto è pari a 456 Euro l’anno. Mentre la capacità di acquisto continua a diminuire prezzi e tariffe sono in incessante crescita: le prime previsioni dell’O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori prospettano nel 2012 un aumento pari a 392 Euro a famiglia solo per quanto riguarda il settore alimentare. Aggravi, tra l’altro, destinati a peggiorare anche sulla spinta degli aumenti determinati dalla serrata dei tir. “Di fronte a questo scenario non ci sorprende affatto che il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso e la fiducia dei consumatori siano ai minimi storici. Quello che ci sorprende, piuttosto, è che il Governo non si decida ancora ad intervenire per risollevare la situazione.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. È necessario, infatti, agire con maggiore coraggio e determinazione sul versante delle liberalizzazioni, ad oggi affrontate in maniera ancora troppo timida. Inoltre è indispensabile, da un lato, avviare verifiche e controlli per contrastare le intollerabili speculazioni in atto e, dall’altro, rilanciare gli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, fondamentali per una ripresa dell’economia.
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