Dopo la benzina oggi tocca al gasolio oltrepassare ogni record, venduto a 1,74 Euro al litro. Da febbraio dello scorso anno l’aumento è stato di 39 centesimi (passando da 1,35 a 1,74), con un aggravio diretto, in termini annui, di +468 Euro. Le ricadute di questo nuovo primato ci preoccupano fortemente, dal momento che incideranno in maniera pesantissima non solo sulle tasche degli automobilisti, ma su tutti i prezzi dei beni di largo consumo, in particolare sugli alimentari.
Il rincaro del gasolio, infatti, peserà sulla produzione in serra oltre che sul trasporto. Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, le ricadute di tale aumento, nel solo settore alimentare, saranno di oltre 219 Euro annui. Aggravi che si andranno ad aggiungere alla già pesante stangata prevista per il 2012. Tali costi sono divenuti insostenibili per le famiglie che già devono fare i conti con le ricadute della crisi e con la manovra economica. Per questo è urgente intervenire in questo settore, a partire da maggiori controlli su meccanismi speculativi (doppia velocità) e misure più incisive sul versante delle liberalizzazioni. Una maggiore concorrenza in questo settore permetterebbe benefici di oltre 10-11 centesimi al litro, come già avviene per la pompe bianche. Ma soprattutto è necessario intervenire con grande determinazione sul fronte della tassazione, cresciuta in maniera insopportabile nel corso dell’ultimo anno. Oltre a disporre lo stop più assoluto a nuovi rialzi (non solo delle accise, ma anche dell’IVA), bisogna invertire questa tendenza di crescita, disponendo un rientro della tassazione a livelli decisamente più bassi.
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