E’
senza dubbio vero che la crisi del potere di acquisto abbia inciso su
una contrazione delle richieste di consumo del vino nei ristoranti, come
peraltro si sta verificando su tutti i consumi alimentari, ma qualche
riflessione ulteriore credo vada fatta. Infatti
-dichiara Rosario Trefiletti- non è ammissibile che in questa specifica
filiera sussistano pesanti moltiplicatori in termine di prezzi dalla
produzione allo spaccio e alla tavola dei ristoratori. Si passa cioè da
costi alla produzione di 2-4-Euro la bottiglia a 6-8 alla vendita al
dettaglio ed addirittura a 10-12 euro nei ristoranti. E tutto ciò
sussiste in termini generali per l’intero comparto alimentare che
registra diminuzioni di prezzo alla produzione del 2,4 % ed
aumenti al dettaglio del 3,5-4,0% con un aggravio di 210 euro in più a
famiglia. Ecco forse qualche volontà speculativa in meno aiuterebbe, e
non poco, ad una ripresa dei consumi quale volano del mercato e
dell’economia.
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