La
UE ha emesso, nei confronti dell’Italia, una procedura d’infrazione in
riferimento alla direttiva 2009/72/CE relativa a norme comuni per il
mercato interno dell'energia elettrica, chiedendo la liberalizzazione
senza tutele. L’applicazione della tutela dei piccoli consumatori prevista in tale
Direttiva è stata con la legge n. 125 del 2007 che ha affidato
all’Autorità per l’Energia il compito di definire le condizioni
commerciali minime ed il prezzo del kwh, determinandolo sulla base dei
costi di acquisto dell’Acquirente Unico nel mercato all’ingrosso
dell’elettricità. Questo prezzo è garantito ai consumatori domestici ed alle piccole
imprese che non hanno scelto il mercato libero, mentre, per gli oltre
4,4 milioni che hanno scelto un venditore del mercato libero si applica
il prezzo e le condizioni commerciali del tipo di offerta prescelta. A questi consumatori è garantita, come tutela, la sola possibilità di
ritorno al mercato tutelato, cioè alle condizioni economiche definite
dall’Autorità. Questa tutela verrebbe eliminata dal Decreto Legislativo che dovrebbe essere emanato nel prossimo Consiglio dei Ministri. Lo schema del Decreto Legislativo prevede per i consumatori con
contratti nel mercato libero l’impossibilità del ritorno nel mercato
tutelato e, quindi, la progressiva eliminazione di ogni tutela per i
consumatori domestici. Tutela estremamente necessaria, perché il mercato elettrico italiano è
caratterizzato da ben 21 offerte su 24 di vendita nel mercato libero,
con una spesa annua superiore a quella con l’applicazione dei prezzi
determinati dall’Autorità. Queste offerte sono accompagnate da pratiche commerciali scorrette,
proposte e pubblicità ingannevoli e una gestione dei reclami vessatoria
o, comunque, inaccettabile. Adiconsum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori,
Federconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento difesa del cittadino,
Unione nazionale consumatori, tutte aderenti al CNCU hanno chiesto,
invece, di riaffermare la piena validità del regime di tutela dei
consumatori domestici realizzato in Italia per il settore elettrico
prevedendo un analogo sviluppo per il settore del gas. La regolazione dei regimi di tutela va mantenuta in capo all’Autorità
per l’energia e il gas al fine di consentirne il dinamico adeguamento
alle condizioni di mercato, alle future innovazioni tecnologie e per
garantire la sicurezza delle forniture. Pertanto le Associazioni chiedono anche al Governo di sostenere questa
posizione e difendere la legge del 2007 presso la Commissione Europea,
poiché l’energia è un bene comune e di vitale importanza per il sistema
Paese. È necessario pertanto garantire trasparenza ed efficienza
dell’intero sistema, garantendo una corretta concorrenza e la tutela dei
consumatori.
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