Si accelera sul registro delle unioni civili. La volontà politica
c’è, i numeri in Consiglio comunale pure. Nel giorno della presentazione
di «Campania Rainbow», il neonato coordinamento regionale delle
associazioni del mondo omosessuale e di quelle che sposano le cause del
movimento Lgbtqie (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer ed
etero-differenti), l’assessore alle Pari opportunità, Pina Tommasielli,
assicura che la proposta, già contenuta nel programma elettorale di de
Magistris, andrà in porto. Prossima tappa, un consiglio monotematico sul
tema dei diritti di cittadinanza, richiesto dai consiglieri di
maggioranza. «L’istituzione del registro - dice Salvatore Pace del
gruppo "Napoli è tua" - è un fatto di alto valore simbolico, che segnerà
un passo avanti sulla strada della civiltà giuridica della nostra
città». Ed è anche la prima rivendicazione di Campania Rainbow. Nato
solo il 28 giugno scorso (data della rivolta di Stonewall di New York
del ’69 che segnò l’inizio del movimento di liberazione omosessuale) ad
opera di Arcilesbica Napoli, Associazione nazionale Maschile plurale,
Atn (Associazione Transessuale Napoli) e i comitati provinciali Arcigay
di Napoli e Salerno, il coordinamento già conta numerose adesioni. «Il
dato interessante - spiega Fabrizio Sorbara - è l’adesione di soggetti
nati intorno a tematiche diverse, ma che condividono la nostra battaglia
per il riconoscimento dei diritti civili». Sono già entrati nel
coordinamento, tra gli altri, Federconsumatori, i Giovani democratici,
l'associazione dei giuristi democratici e l'Unione degli atei e degli
agnostici razionalisti. «Contiamo di radicarci in tutta la regione -
aggiunge Giordana Curati, vice presidente del coordinamento - e a breve
organizzeremo un workshop per portare la nostra proposta culturale
soprattutto nei piccoli centri». Un laboratorio sui diritti civili
itinerante, per sensibilizzare la popolazione alla cultura delle
differenze. Al momento, si registra la mancata adesione al coordinamento
da parte di I-Ken, l’associazione capofila nell’organizzazione
dell’ultimo pride. «Vecchie tensioni - spiegano dal coordinamento
Rainbow - che si sono acuite in occasione del pride 2011 e che speriamo
possano rientrare». A Napoli anche il presidente nazionale di Arcigay,
Paolo Patanè: «Napoli può diventare capofila di un progetto culturale
per la Campania e per l'Italia».
Di Enrica Procaccini
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