|
Fonte FOTO: WEB. |
Questa manovra si conferma, ancora una volta, del tutto iniqua e sbagliata, tesa a colpire i soliti cittadini senza scalfire minimamente gli interessi delle grandi lobby, in questo caso del farmaco. Un italiano su quattro, ci dice l’Istat, è a rischi di povertà: non si può continuare a fare finta di niente. Il Parlamento non può continuare a perdere tempo cercando di cancellare le riforme che più hanno portato benefici ai cittadini. Ora è necessario rilanciare sul farmaco, allargando la liberalizzazione ai medicinali con obbligo di ricetta medica, sempre garantendo la presenza di un farmacista per dare le giuste informazioni ai cittadini. Liberare risorse intellettuali e rimuovere gli ostacoli alla concorrenza sono le uniche strade percorribili dall’Italia in questo periodo di crisi. Per tornare a far crescere il Paese non ci sono altre vie, e i dati incontrovertibili sulla liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta medica non dispensati in regime di S.S.N. (fascia C) rappresentano il limpido esempio di cosa si può ottenere con riforme che guardano solo all’interesse generale: è necessario abbandonare logiche protezionistiche e agire sulle leve “intelligenti” della concorrenza per dare nuove speranze ai giovani. L’Italia non si può permettere di perdere queste opportunità e non si può permettere di perdere il treno dello sviluppo economico. Con le liberalizzazioni anche le farmacie sono entrate in un’ottica di confronto concorrenziale e di creazione di nuovi servizi ai cittadini. Le previsioni ci dicono che sarebbero possibili risparmi per oltre 250 milioni di euro, 8-9000 nuovi occupati, 3500-4500 nuove aziende e circa 700 milioni di euro investiti con ricadute importanti anche in altri settori.
Nessun commento:
Posta un commento