Le
turbolenze finanziarie e gli attacchi speculativi ai titoli di Stato
italiani avranno limitate ripercussioni sulle casse dello Stato, a causa
dell’allungamento della vita media del debito pubblico ed alla
sostituzione dei titoli indicizzati (CCT) con titoli a reddito fisso
(BTP), molto meno della sciagurata decisone della Bce che nei giorni
scorsi,con il voto determinante del dr. Bini
Smaghi e con il voto contrario dei Paesi a rischio come Grecia e
Portogallo, ha aumentato i tassi di riferimento dello 0,25 per cento. A
fine giugno 2011, il monte titoli di stato in circolazione ammontava a
1.582,700 miliardi di euro. Di questi, circa 1.156 miliardi di euro sono
costituiti da BTP, quindi da titoli a tasso fisso. È evidente che,
quanto sta accadendo in questi giorni alla remunerazione dei titoli di
stato di nuova emissione, non può influire sui BTP in circolazione. Ci
sarà, invece, ripercussione sul rendimento dei CCT (tasso variabile) in
essere, pari a 153,554 miliardi di euro,con un costo a regime,un aggravio per le casse dello Stato di 2,462 miliardi di euro l'anno. Negli ultimi 3 giorni il Tesoro ha affrontato due emissioni per rifinanziare i titoli a scadenza:
- 7,5 miliardi di BOT,con tasso di interesse cresciuto di circa 1,5 punti (dal 2,1 al 3,6%);
- 5 miliardi di BTP con uno spread di 291 punti base, rispetto ai precedenti 180 punti base.
Le conseguenze,di maggiori esborsi, a parità di altre condizioni:
1)
per i CCT, ancorati al rendimento dei BOT emessi 6 mesi prima, fra sei
mesi ci sarà un aumento dei tassi pari all'1,5 per cento. Su 153,55
miliardi di euro di CCT in circolazione il maggiore esborso sarà di 2,3
miliardi l'anno.
2) per i 7,5 miliardi
di Bot dell'ultima asta, pagheremo 112 milioni di euro in più. Per i 5
miliardi di BTP emessi oggi, si pagheranno 55 milioni di euro in più
rispetto alle emissioni precedenti.
3)
per il monte BTP emesso in precedenza la ripercussione sarà uguale a
zero. Stando così le cose, a regime, pagheremo 2,462 miliardi di euro
l'anno.
Prudentemente,
il debitore, cioè lo Stato, dalla metà del decennio passato, sta
riconvertendo il monte titoli per ricondurlo ad un tasso fisso:
abbandona i CCT (tasso variabile) e incrementa i BTP (tasso fisso): in
sei anni e mezzo, il monte CCT è sceso del 40 per cento, il monte BTP è salito di quasi il 16 per cento.
Per
contrastare gli attacchi speculativi di Agenzie di rating, fondi esteri
e soggetti finanziari che sono addirittura nell'azionariato di alcune
sorelle del rating che vogliono sovvertire l’ordine monetario,
attaccando alcuni Paesi come Grecia,Portogallo
ed Italia,per poter celebrare i funerali dell'euro e conseguire ingenti
profitti scommettendo al ribasso sui titoli del debito pubblico già
emessi,che nei giorni di venerdi 8 e lunedi 11 luglio 2011, hanno subito
ondate di vendite subendo perdite di circa il 10% delle quotazioni
precedenti,la Consob ha il dovere di vietare le vendite allo scoperto,su azioni ed obbligazioni scambiate sui rispettivi mercati.
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