martedì 4 ottobre 2011

RICERCA: UNIVERSITÀ QUANTO MI COSTI.

2° RAPPORTO NAZIONALE FEDERCONSUMATORI SUI COSTI DEGLI
ATENEI ITALIANI.

Per il secondo anno consecutivo la Federconsumatori presenta uno studio sui costi delle tasse delle Università Italiane. L’elaborazione dei dati è stata effettuata calcolando le tasse secondo le guide e i modelli presenti, sui siti web degli atenei presi in considerazione.
1. La scelta degli atenei:
Gli Atenei selezionati sono i medesimi presi in considerazione nel 1° Rapporto, la ricerca è stata svolta suddividendo l’Italia in tre macroaree: Nord, Centro e Sud (inserendo le Isole in quest’ultima), e quindi selezionando per ciascuna delle tre macroaree le tre regioni con il maggior numero di studenti (ISTAT, annuario statistico 2009). Per il Nord sono state selezionate Lombardia, Piemonte e Veneto; per il Centro sono state selezionate Lazio, Toscana e Emilia-Romagna, ed al Sud, Campania, Puglia e Sicilia. Una volta individuate le regioni sono stati selezionati due atenei per ognuna, in base alla grandezza degli stessi (numero totale degli iscritti). Inoltre è stata seguita la classifica presentata dal Censis per l’A.A. 2008/2009, elaborata sulla base dei seguenti indicatori:
Servizi, Borse, Strutture, Web e Internazionalizzazione.
2. Le fasce di riferimento:
Le tasse sono state calcolate prendendo ad esempio dei valori di I.S.E.E. fissi da
confrontare con i vari modelli delle Università. La scelta di creare delle fasce generiche si è resa necessaria poiché ogni Ateneo applica un modello diverso per calcolare i contributi.
2.1 Precisazione sulla prima fascia:
Anche quest’anno abbiamo scelto di calcolare le tasse per la fascia più bassa
considerando un I.S.E.E. di 6.000€ che corrisponde (circa) a quello di una famiglia monoreddito di tre persone. In tutte le Università e in tutte le Regioni molti studenti che corrispondono a questa fascia di reddito possono usufruire degli aiuti agli studi che consistono sia in Borse di studio, in agevolazioni per le tasse, che in posto alloggio presso le residenze universitarie. Quindi sottolineiamo che la maggior parte degli studenti qui considerati di prima fascia non paga l’ammontare calcolato, ma soltanto la tassa regionale e le imposte di bollo (spesso rimborsate). La scelta di proporre comunque un calcolo che considerasse questa fascia è dovuta al progressivo calo dei sostegni, ed all’aumento dell’evasione fiscale che porta ogni anno all’aumento degli studenti di prima fascia molti dei quali figli di evasori, con la logica conseguenza che i sostegni messi in campo dagli Atenei e dalle regioni non bastano per coprire tutta la domanda.
3. Evidenze Principali:
Anche in questa II^ edizione del Rapporto gli atenei del Nord si confermano i più cari: del 8,22% rispetto alla media nazionale se si considera la prima fascia (il 5% in meno dal 2010), del 15,54% per la terza fascia e del 23,23% se si considera il massimo importo dovuto. Il divario Nord-Sud, per quanto concerne la prima fascia, si attesta sul +23% (era il 25,27% nel 2010), e del 68% quando si prende in considerazione la fascia relativa al massimo importo dovuto: di conseguenza non dover dichiarare il proprio reddito costa meno al Sud. In termini generali, sono le Università meridionali ad applicare le tasse più basse, con l’Università Aldo Moro di Bari che si conferma l’Ateneo con le tasse più basse (considerando la prima fascia), ed comunque in Puglia la regione dove studiare costa meno. Però, per quanto riguarda i due Atenei pugliesi bisogna sottolineare che parte dell’importo della retta è dovuta al merito: una votazione media bassa o un basso numero di crediti conseguiti, quindi, si traduce in un aumento delle tasse. Al secondo posto tra le Università meno costose si trova l’Università “Alma Mater” di Bologna che per chi ha un ISEE inferiore a 20.000€ applica delle tasse inferiori del 35% rispetto alla media nazionale. Dato interessante se si considera che l’Ateneo felsineo è quello che meglio si classifica nei ranking internazionali.
3.1 Il caso Università di Parma e Atenei più cari. Ancora una volta l’Ateneo più caro, sempre prendendo in considerazione la prima fascia, risulta l’Università degli studi di Parma con una retta di 890,05 Euro annui per le facoltà umanistiche e di 1005,87 Euro per quelle scientifiche. Questi ultimi sono per l’ateneo parmense degli importi base che si applicano da 0 a 28000€ di ISEE, alle quali vengono applicate delle maggiorazioni che variano da 206,59€ (per ISEE di Euro 28000,01) a 356,58 Euro. Ne consegue che tra chi dichiara ad esempio 15.000 Euro di ISEE e chi invece appartiene all’ultima fascia (quindi non dichiara il proprio reddito all’università) , la differenza è di soli 356,58 Euro. Se è vero che gli studenti con ISEE entro i 6000 Euro saranno per la maggior parte aiutati dall’ ente regionale per il diritto allo studio, molti di quelli che hanno appena sopra tale soglia si vedranno recapitare a casa una tassa molto alta. Al secondo posto si trova l’Università di Verona con una spesa media per la prima fascia di 642 €, seguita dalla Statale di Milano. La distinzione tra facoltà scientifiche e facoltà umanistiche non è attiva in tutte le Università, comunque generalmente le facoltà scientifiche hanno un costo maggiore che varia dal circa il 2% per la prima fascia all’8,5% nella maggior parte delle fasce.
4. Il confronto con il 2010:
Complessivamente, rispetto al 2010, si registra una lievissima contrazione dei costi a carico degli studenti appartenenti alle fasce di reddito più basse, e un incremento a carico, invece, delle fasce più alte. Nel dettaglio per gli studenti appartenenti alla 1 ed alla 2 fascia di reddito i costi sono diminuiti, rispettivamente, del -1% e del -4%. I costi relativi alla 3 fascia rimangono pressoché invariati, mentre aumentano rispettivamente del +4% e del +10% le tasse per gli studenti appartenenti alla 4 e la 5 fascia.
5. L’Università ed evasione fiscale:
Prendendo come caso campione una famiglia monoreddito composta da un nucleo di 3 componenti si può fare un raffronto generale sul costo dell’università per le famiglie (facendo riferimento alla dichiarazione dei redditi). Secondo i dati elaborati dai CAF, i centri di assistenza fiscale, e presentati nel Settembre 2011, mostrano come il reddito medio del 32% dei contribuenti sia inferiore ai 15.000 Euro. Tra questi, stando agli ultimi dati del Ministero dell’Economia, vi sono molti lavoratori autonomi, come ristoratori, gioiellieri e albergatori, che rientrano nella seconda fascia ISEE considerata, e quindi pagano in media una tassa annuale universitaria pari a 515,82 Euro. Vale a dire lo stesso importo pagato da una famiglia (sempre monoreddito) di un operaio non specializzato. Questi dati, se affiancati a quelli della crescente evasione fiscale e della diminuzione degli investimenti sulla pubblica istruzione, fanno emergere un quadro drammatico: infatti si andrà sempre più verso un aumento degli studenti che appartengono o dichiarano di appartenere alle prime fasce, e quindi una diminuzione delle risorse da distribuire agli studenti che realmente ne hanno bisogno.


 CLICCA SULLA TABELLA PER INGRANDIRE!

Nessun commento:

Posta un commento

Informazioni su Federconsumatori

La mia foto
Il nostro sportello è in Corso Umberto I,381 Napoli. Per Appuntamenti e/o consulenze chiamare dal lun. al ven. lo 081.420.23.63