martedì 4 ottobre 2011
TRASPORTI: "MO BAST!" IL GOVERNO TAGLIA I FONDI PER I TRASPORTI LOCALI, I TRENI DIVENTANO DEI CARRI BESTIAME E TRENITALIA AUMENTA GLI UTILI CON L'ALTA VELOCITA'.
La manovra correttiva varata dal Governo per garantire il
raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2014 sta colpendo
soprattutto i cittadini più deboli.
Fra le altre cose, tale manovra prevede tagli ingenti alle risorse
destinate al trasporto pubblico locale, e quindi ai pendolari. A Napoli, Roma, Milano, Terni ed in moltissime altre città la
situazione è diventata insostenibile. I tagli dei treni regionali stanno
colpendo i lavoratori e, naturalmente, i treni rimasti a disposizione
sono dei veri e propri carri bestiame. Si rischiano scontri fra pendolari e ferrovieri, naturalmente da evitare. Il primo responsabile di questa situazione naturalmente è il
Governo, quindi le Regioni, la stragrande maggioranza delle quali non
investe una lira nel trasporto ferroviario, e poi Trenitalia che merita
un discorso a parte. Questa compagnia privilegiai treni ad alta velocità, attraverso i
quali riesce a fare utili con tariffe che cominciano ad essere
addirittura maggiori di quelle del trasporto aereo, e sta abbandonando a
se stessi i treni dei pendolari e quelli a lunga percorrenza. E la situazione si aggrava sempre di più. Ogni giorno, quasi 2
milioni di persone sono costrette a prendere il treno per andare a
lavorare. La maggioranza di queste viaggia su carrozze lente, sporche,
superaffollate e senza aria condizionata. Federconsumatori denuncia da sempre questa situazione ed ora dice basta!
Anzi, MO BAST! Facendo proprio il motto dei pendolari e della Federconsumatori di Napoli. A cominciare dalla Federconsumatori di Napoli stiamo avviando,
ovunque si riscontrino riduzioni dei servizi nei trasporti ferroviari,
manifestazioni insieme ai pendolari ed azioni inibitorie (ai sensi
dell’art. 140 del Codice del Consumo) contro l’azienda responsabile del
trasporto. Con tali azioni la Federconsumatori intima all’azienda
ferroviaria di ripristinare i servizi aboliti e, ove entro 15 giorni non
vi fosse una risposta positiva, si rivolgerà al giudice o al tribunale
amministrativo nel caso la proprietà fosse pubblica, affinché ordini la
cessazione del comportamento illegittimo ed il ripristino dei servizi
aboliti.
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