Più che il presidente del summit dell’eurogruppo, denominato “mister
euro”, nomignolo che non rappresenta i cittadini e che verrà eletto dai
leader dei 17 paesi in occasione del rinnovo della carica di presidente
permanente del Consiglio, l’Europa deve ritrovare la bussola con la
riforma dei Trattati, che non ha partorito un mostro giuridico come la Bce con enormi poteri, senza alcuna responsabilità perchè immune da qualsiasi sanzione.
Infatti se i Governi sbagliano, -sostengono Elio Lannutti e Rosario
Trefiletti- vengono sanzionati dal popolo sovrano e mandati a casa, se
sbagliano gli oligarchi ed i tecnocrati della Bce, ad esempio sulla
politica dei tassi di interessi,come il presidente Trichet che invece di
abbassare il tasso di riferimento lo ha aumentato strozzando alcuni
Stati coinvolti dalla crisi, non succede nulla ed anzi vengono perfino
applauditi da governi ipocriti costretti ad accettare decisioni
arbitrarie di politica monetaria basate sull’azzardo.
La priorità dell’Europa non è l’istituzione di “mister euro”, ma di
imporre ad oligarchi senza scrupoli e tecnocrati bancocentrici, una
stagione di regole che possa sottrarre ai banchieri la potestà di
battere moneta falsa con gli strumenti derivati; una riforma della
vigilanza con adeguate sanzioni; la costituzione di un’agenzia europea
di rating che possa impedire ad entità private come Moody’s; Standard
& Poor’s; Fitch, di dare giudizi prezzolati sugli Stati sovrani
seguendo le regole della speculazione ad orologeria; una tassa sulle
transazioni finanziarie e sugli strumenti derivati; il divieto dello
short selling.
Se l’Europa non impone regole alla finanza spregiudicata ed ai
banchieri centrali che devono cominciare a rispondere dei loro errori e
non essere esentati come infallibili divinità e non cambia un paradigma
sull’ideologia fondata sul debito e sull’azzardo morale dei banchieri,
sarà direttamente responsabile di un fallimento storico ed istigherà la
rabbia dei giovani che hanno scoperto finalmente l’indignazione contro
banchieri centrali ed oligarchi che hanno ipotecato il loro futuro.
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